INTRODUZIONE


Monte Sant'Angelo è un comune pugliese  di circa 12.000 abitanti in provincia di Foggia; è celebre in Italia e all'estero per il Santuario di S. Michele Arcangelo (Patrimonio Mondiale dell'Umanità - UNESCO) ed è meta di pellegrinaggi dei fedeli cristiani sin dal VI secolo.

Subito dopo il carnevale si entra nel tempo di Quaresima e a Monte Sant'Angelo vengono allestite ed appese per strada le "pupattole" di pezza vestite di nero che prendono il nome di "Quarantana" o, come si dice nel gergo locale "Quarantene".
Al termine della Quaresima la Settimana Santa è qui vissuta con manifestazioni di grande intensità e riti antichissimi. È un momento di fede e di cultura capace di suscitare grande commozione tra la popolazione che tradizionalmente partecipa alle celebrazioni religiose.
A partire dal pomeriggio del Giovedì Santo, dopo la S. Messa "In Coena Domini", i fedeli, seguendo un ben preciso itinerario che si snoda nelle strette stradine del centro storico, visita le chiese dove vengono allestiti i "Repositori" un tempo chiamati impropriamente "Sepolcri".
A tarda notte si tiene una lunga meditazione che rievoca l'agonia del Cristo nell'orto degli ulivi prima della cattura.
Il Venerdì Santo mattina, nella Chiesa di S. Benedetto, si canta il cosiddetto "Ufficio delle Tenebre” consistente in tre Notturni seguiti dalle Lodi: una secolare funzione pre-conciliare in Latino che affonda le sue radici nelle tradizioni monastiche delle abbazie benedettine e che richiama cultori ed estimatori anche da luoghi lontani.
Il Venerdì Santo sera, al tramonto, dalla Chiesa di S. Francesco d'Assisi, sede della Confraternita della Morte, esce la processione del Cristo Morto, seguita da una imponente folla.
La lunghissima processione comprende alcune statue dei Misteri, il Calvario; vi partecipano anche la Confraternita della SS. Trinità e la Confraternita di Sant'Antonio Abate con i  cappucci calati sul volto (chiamati localmente "pappalùsce"), e le donne vestite in nero che recano i simboli della Passione.
Dai balconi e sulle soglie delle abitazioni è tutto un occhieggiare di lumini rossi che segnano il percorso lungo il quale la devozione popolare allestisce suggestivi altarini per le 14 stazioni della via Crucis. Davanti a ciascuno ci si ferma per una breve meditazione intervallata da preghiere e dal suono delle marce funebri eseguite dalla banda musicale.
Contemporaneamente dalla Chiesa di S. Benedetto muove la statua dell'Addolorata.
L'incontro con il Figlio avviene in una atmosfera irreale di silenzio e commozione nella parte alta del paese, indi la processione prosegue per i quartieri nuovi e rientra in S. Francesco a tarda sera, mentre tutta la notte del Venerdì Santo a Monte Sant’Angelo continuano a risplendere i lumini lasciati accesi fino alla loro totale consunzione.
La Domenica di Pasqua fa seguito, a chiusura delle celebrazioni tradizionali popolari della Quaresima e Settimana Santa, il cosiddetto sparo della "Quarantene".

- Testo a cura del dott. Francesco Stanzione, sulla base di informazioni tratte dal web.
- Foto tratte dal web.